Curiosità e particolari mai resi noti
In quasi 17 anni di battaglia per ottenere il tunnel di Monza e la riqualificazione a verde in superficie, i cinque Comitati per la Galleria ne hanno fatte “di tutti i colori”. Tra manifestazioni, esposti, istanze, proteste, ci sono anche episodi non noti, alcuni curiosi e altri decisamente sorprendenti. 

Ecco alcuni degli episodi che hanno contribuito a fare la storia di questa grande opera chiesta e ottenuta con una iniziativa popolare.

 La prima idea

La prima volta che, in una nostra riunione, si parlò dell’ipotesi di una galleria urbana per la SS36 a Monza fu nel novembre 1996. La propose un nostro associato tornato da poco da un viaggio di lavoro a New York.

La cena “segreta”

Prima di essere trasferito ad Anas, il tratto di strada per il quale chiedevamo una galleria urbana era gestito dalla Provincia di Milano. Dopo il primo anno di battaglie e di proteste, l’allora consigliere comunale Roberto Scanagatti ci combinò una cena riservata con l’assessore provinciale alla viabilità Ignazio Ravasi. Convinto dalle nostre idee, l’assessore promise la realizzazione di un progetto di tunnel, cosa che poi avvenne. Quello fu il primo documento ufficiale sul quale è stato poi sviluppato tutto il resto. Ravasi, negli anni successivi, è stato per lungo tempo presidente del Parco Nord, che oggi è una delle più belle aree verdi urbane attrezzate della Lombardia. Il sindaco di Monza Roberto Colombo, come Scanagatti, è stato un altro sostenitore “storico” del tunnel e suo è il merito di avere convinto il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Lombardia a trasferire la competenza della strada ad Anas, garantendo finanziamenti adeguati per la realizzazione dell’opera. 

Manifestazioni e proteste

Quando abbiamo organizzato manifestazioni lungo il viale Lombardia (SS36), sempre alle 18, bastavano 15 minuti di blocco del traffico a Monza per paralizzare a catena tutte le tangenziali, inclusa la Ovest, e i raccordi autostradali di Milano. Questo aiuta a comprendere come la rete stradale sia completamente satura e incapace di assorbire un imprevisto.

Carte bollate e Raccomandate

In diciassette anni di battaglia per il tunnel, la nostra Associazione - insieme ai cinque Comitati per la Galleria - ha presentato 187 tra esposti e istanze a vari enti come Regione, Provincia, Comune, Commissione Europea, Ministero dei Lavori Pubblici, Ministero Infrastrutture, Corte dei Conti, Procura della Repubblica, Sovrintendenza ai Beni Storici e Ambientali, Prefettura, Provveditorato Opere Pubbliche Lombardia.

Inquinamento in bottiglia

Esistono ancora, a casa di alcuni associati, bottiglie che sono state chiuse e sigillate sul viale Lombardia nel giugno 1998. Sono bottiglie di smog della SS36, quello smog che il tunnel - con il suo impianto di disinquinamento - ha ridotto di oltre l’80 per cento.

Teodolinda e il Faraone

Per mettere a tacere le numerose voci che erano contrarie al progetto e lo definivano “faraonico”, nel novembre 2006 organizzammo al Binario 7 la proiezione di un documentario sul “Big Dig” di Boston, un tunnel di 14 chilometri a sei corsie per senso di marcia - quello sì faraonico - realizzato in parte sottoterra, in parte sul fondale marino.

Una ruspa per Di Pietro

Nel gennaio 2008, dopo un nostro appello scritto, il ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro venne a Monza per annunciare che aveva sbloccato i fondi per la realizzazione del tunnel. Gli regalammo una ruspa giocattolo, per fargli capire che noi stavamo comunque aspettando l’inizio dei lavori. Davanti ai fotografi, Di Pietro sorrise, ma sibilò a denti stretti: “Questa trappola non mi piace...”.

Formigoni “prigioniero”

In una delle tante fasi difficili, il presidente di Confindustria MB Carlo Edoardo Valli, che è sempre stato favorevole al progetto, ci diede una mano. Avendo ospite a Monza il presidente della Regione Lombardia Formigoni, senza preavvisarlo lo fece entrare in una stanza nella quale c’era una nostra delegazione ad aspettare. Valli uscì subito e lo lasciò solo. Formigoni non riuscì ad andarsene fino a quando non promise, davanti a venti persone, che sarebbe intervenuto per rilanciare il progetto di tunnel.

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